In-CAMS: I Colori dei Musei Scientifici
Le collezioni conservate nei musei scientifici sono ognuna un microcosmo costituito da luoghi e popolato da esseri viventi, dalla memoria di essi e dalle storie che li hanno caratterizzati come singoli o come gruppi omogenei.
L’Università degli Studi di Perugia nei suoi sette secoli di storia ha raccolto e conservato numerosi campioni delle più varie discipline e attraverso l’azione del suo Centro di Ateneo per i Musei Scientifici – CAMS ha organizzato, musealizzato e reso fruibile al pubblico le proprie collezioni, che con il tempo crescono e si arricchiscono, concentrandosi in numerosi luoghi dentro e fuori la città e rappresentando un patrimonio ricchissimo e prezioso.
Come spesso accade quando le città hanno una ricca offerta culturale, alcune delle sue ricchezze rischiano di rimanere nascoste e devono per questo essere svelate, a intervalli più o meno regolari, per stimolare la curiosità dei cittadini e dei visitatori e rinnovare l’interesse che queste collezioni sono in grado di generare.
Il progetto In-CAMS: I Colori dei Musei Scientifici nasce a questo scopo.
Dieci illustratrici e illustratori sono stati coinvolti per realizzare delle opere d’arte ispirate dai/ai campioni delle collezioni del CAMS per realizzare con esse un’iniziativa che è contemporaneamente di qualificazione dello spazio urbano in cui le opere verranno inserite e di comunicazione scientifica e valorizzazione del patrimonio dell’Università degli Studi di Perugia.
Per ogni campagna di comunicazione, ogni artista coinvolto nel progetto interpreta, secondo il proprio stile, la propria sensibilità e il proprio personale linguaggio, una fotografia scattata presso una specifica collezione museale, rappresentante un singolo e significativo campione di essa, producendo così un’opera d’arte ispirata al campione originale, con le misure di 70 x 100 cm e 100 x 140 cm, compatibili con le più diffuse dimensioni disponibili degli spazi di affissione pubblica.
Si è ritenuto importante utilizzare per le affissioni quegli spazi in cui le opere possano essere osservate dai pedoni, per incentivare una fruizione più attenta, che stimoli la curiosità e dia tempo per ammirare le opere e scoprirne i dettagli.
A tale scopo, si è scelto di rendere gli elementi di comunicazione istituzionale, soprattutto per le prime campagne, poco espliciti e che debbano essere «scoperti» da chi osserva attraverso il ricorso al codice QR che vi ha permesso di arrivare qui a leggere queste parole.
Il progetto In-CAMS: I Colori dei Musei Scientifici ha quindi una doppia valenza.
In prima istanza, si ritiene indispensabile proporre degli interventi che permettano l’utilizzo delle plance metalliche delle pubbliche affissioni, le quali, a causa della crisi economica legata alla pandemia, sono rimaste per molto tempo inutilizzate e in quello stato hanno rappresentato un elemento di degrado urbano. Tale situazione è stata fortemente percepita dalla popolazione tanto da avere originato già alcune interventi sia fisici (con il progetto PG-X), sia virtuali (con il progetto CULTURE ON HOLD. VIRTUAL BILLBOARDS, a opera degli artisti Sandford e Gosti).
Il secondo elemento è quello di strutturare una strategia di comunicazione che permetta la riscoperta da parte della popolazione delle collezioni conservate e musealizzate dall’Università degli Studi di Perugia.
Il progetto prevede la realizzazione di una campagna per ogni collezione.
Le prime due campagne di comunicazione sono state ispirate dai campioni conservati all’Orto Botanico e a quelli conservati nella Galleria di Storia Naturale.
Le foto delle piante, scattate dal Dott. Marco Maovaz, curatore dell’Orto Botanico, non vogliono rappresentare le piante nella loro interezza, ma si concentrano su alcuni meravigliosi dettagli capaci di trasportarci in universi fantastici e misteriosi, diventando ognuno di essi un microcosmo con le sue regole e i suoi abitanti.
Le foto dei campioni della Galleria di Storia Naturale, sempre a opera del Dott. Maovaz, vengono invece utilizzate dagli artisti come base di partenza per la costruzione di un bestiario fantastico, in cui il rapporto tra l’animale e l’ambiente in cui vive viene trasfigurato e capovolto, mettendo l’osservatore in una posizione di equilibrio instabile che permette di stimolare la curiosità in chi osserva e la voglia di scoprire di più.